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Diritto del Lavoro

In occasione di riduzione del personale l’azienda deve comunicare alle OO.SS. anche i motivi della ristrutturazione, i quali devono riferirsi alla situazione dell’intera azienda e non solo a specifiche unità produttive;   dunque i motivi che determinano la situazione di eccedenza di personale nell’ambito delle procedure di mobilità, devono trovare il loro riferimento all’intero complesso aziendale.   Ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 4, 2 e 3 comma, della legge n. 223 del 1991, la...

Se il datore di lavoro ha già intimato al lavoratore il licenziamento per una determinata causa può legittimamente intimargli un secondo licenziamento, fondato su una diversa causa o motivo, restando quest'ultimo del tutto autonomo e distinto rispetto al primo.   La Corte di Cassazione, nella sentenza in argomento ha evidenziato come entrambi gli atti di recesso sono da considerare, in sé, astrattamente idonei a raggiungere lo scopo della risoluzione del rapporto, dovendosi ritenere il secondo...

Con la sentenza in esame la Cassazione aderisce “al principio secondo cui, in caso di lesione che abbia portato breve distanza di tempo ad esito letale, sussiste in capo alla vittima che abbia percepito lucidamente l'approssimarsi della morte, un danno biologico di natura psichica, la cui entità non dipende dalla durata dell'intervallo tra lesione e morte, bensì dell'intensità della sofferenza provata dalla vittima dell'illecito ed il cui risarcimento può essere reclamato dagli eredi della...

La Corte Cassazione conferma la legittimità del licenziamento per giusta causa, inflitto al direttore di una catena di supermercati, sorpreso, a seguito di controlli “occulti”, a prelevare merce dagli scaffali con scontrini riciclati.   La Suprema Corte ha dunque ritenuto legittimi i controlli posti in essere dai dipendenti di agenzie investigative che operano come normali clienti senza esercitare alcun potere di vigilanza e controllo, in quanto rientra nel potere dell'imprenditore la facoltà...

L’inconsapevolezza della posizione di gerarchia, durante una lite lavorativa, con la pronuncia di parolacce, del prestatore di lavoro, riguardo al soggetto “offeso” rende scusabile il suo comportamento determinando l’illegittimità del licenziamento posto in essere dall’azienda proprio a causa dello stesso. Il soggetto licenziato in tronco dall’azienda, era stato reintegrato dalla Corte d’Appello, anche perché non vi era un rapporto di subordinazione diretta con la persona “offesa”.  I giudici...

La fusione per incorporazione della società datrice di lavoro non sempre blocca la reintegra del dipendente illegittimamente licenziato. Lo ha chiarito la sezione Lavoro della Cassazione con la sentenza 19000/2010 che ha accolto il ricorso di un dipendente di una grande impresa di distribuzione di prodotti alimentari. Secondo i giudici di legittimità la fusione della società mediante incorporazione non determina sempre l'estinzione della società incorporata, con conseguente impossibilità di...

Corte di Cassazione - Sezione Quinta Penale, Sentenza 1° giugno 2010, n.20722

La Cassazione ha stabilito che gli articoli 4 e 38 dello Statuto dei lavoratori implicano l'accordo sindacale a fini di riservatezza dei lavoratori nello svolgimento dell'attività lavorativa, ma non implicano il divieto dei cd. controlli difensivi del patrimonio aziendale da azioni delittuosi da chiunque provenienti. Pertanto non si ravvisa inutilizzabilità ai sensi dell'articolo 191 Codice Procedura Penale di prove...

Suprema Corte di Cassazione, Sezioni Unite Civili, Sentenza 14 aprile 2010, n. 8830

Il licenziamento deve essere impugnato entro 60 giorni e la mancata impugnazione nei termini determina la perdita di qualsivoglia pretesa di tutela giuridica (Cfr. Corte di Cassazione, Sezione lavoro, nella sentenza 5 febbraio 2010, n. 2676), con effetto addirittura sanante rispetto ai vizi del licenziamento.   La Cassazione a Sezioni Unite del 18 ottobre 1982, n. 5395 aveva stabilito che l'impugnativa stessa...

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 23 febbraio 2010, n. 4375

La questione era attinente al licenziamento di una lavoratrice in quanto ritenuta responsabile di aver effettuato accessi ad Internet durante l’orario di lavoro, mediante un terminale di pertinenza dell’azienda per ragioni estranee ad esigenze di servizio, contravvenendo in modo consapevole a precisi dettami del regolamento aziendale. La stessa adiva il competente Giudice del lavoro per l’annullamento del licenziamento, sul...

Il D.P.C.M. 18 dicembre 2009, n. 206 recante “Determinazione delle fasce orarie di reperibilità per i pubblici dipendenti in caso di assenza per malattia”  in vigore dal 4 febbraio 2009 (Gazzetta Ufficiale 20 gennaio 2010, n. 15) Le fasce di reperibilità (in precedenza espressamente previste dal D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150) sono due: una dalle 9 alle 13 e una dalle 15 alle 18, l’obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi, dopo la visita fiscale non esiste...

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